Casa Mazzini | Ispica

Fotografia

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Una casa bottega a Ispica, in Val di Noto,

dove Sarah e Massimo coltivano le loro passioni per l’apicoltura e il design all’insegna dei ritmi di madre natura.

Se a prima vista, districarsi tra arnie e melari nel tesoro della biodiversità della Cava d’Ispica, e disegni e polverosi
cantieri, sembrano due mondi paralleli, lo stesso non vale per Sarah e Massimo, che con consapevole semplicità
vivono questi due mondi in simbiosi.

La naturale sintesi dei loro progetti è la loro casa bottega in Ispica.
Cittadina meno famosa rispetto alla vicina Noto, Ispica è scrigno di tesori barocchi e di ancestrali canyon che
attraversano la vicina Cava dove Sarah coltiva il progetto “Miele di cava”, fatto di attesa, biodiversità e soprattutto
rispetto del naturale ritmo di vita delle api.

“In giornate di primavera come queste si ritorna a casa felici e consapevoli di aver fatto bene” dice lentamente Sarah.
E’un viaggio breve ma dolce quello verso casa nel quartiere Umbertino, in pieno centro storico.
I colori e gli odori forti della cava si stemperano nel verde tenue del gelsomino che si arrampica nel prospetto del
piccolo palazzetto dei primi del 900 posseduto dalla nonna Carmelina, sarta conosciuta per i bellissimi ricami ad
uncinetto, doni preziosi per cerimonie e festività religiose dell’epoca.

Il rampicante corre deciso nelle pareti del prospetto principale inciso dai fregi e dagli ornamenti liberty che si fanno
pietra. Dal portoncino ad arco dell’ingresso lo spazio irrompe, e attraversa tutto il living facendo intravedere il cortile
nord, anch’esso adornato di verde e fiorito di primavera.

Cromature e materiali naturali che degradano verso il grigio danno luogo a un grande volume, dove pavimenti e muri
si susseguono senza soluzione di continuità esaltando la grande libreria che sovrasta la cucina e il living.

Qui convivono e dialogano il legno di noce, il granito verde dalle sagome rigide e il lino delle stoffe.

Salendo al primo piano, nella zona notte, si viene colti da un effetto scenico grazie all’assenza di vincoli e chiusure.

Una scelta precisa quella di non frammentare lo spazio per dedicare tutta l’intera zona ad un unico ambiente con
diverse funzionalità. L’assenza delle porte accoglie uno sguardo che tutto abbraccia in un gioco di prospettive
opposte. Da un lato la vasca degli anni 30 in scaglietta di marmo e dall’altro l’altissima testata del letto centro stanza,
fungono da elementi scultorei che amplificano lo spazio centrale sottraendogli la sola connotazione di spazio di
connessione tra i due ambienti.

La memoria del passato, l’antica impronta della casa dove fluttuano i ricordi, non vuole cancellare ma ridare identità
di insieme.

Dal salotto, al pranzo, alla cucina il design va in scena con pezzi autoriali storici e contemporanei.

architetto: massimo carnemolla / +cstudioarchitetti
impresa edile: ARTEDIA SRL
Strutture e arredi in acciaio: DISE’ Italia
giardino: Danilo Gradanti
testo: Vincenzo Giani’